Fattori predittivi per l’interruzione della chemioterapia intraperitoneale aerosolizzata pressurizzata: migliorare la selezione dei pazienti per ottimizzare i risultati oncologici — L’esperienza di un singolo centro

15 Gen 2025 | Pubblicazioni

Aulicino M, Santullo F, D’Annibale G, Abatini C, Attalla El Halabieh M, Orsini C, Barberis L, D’Agostino L, Tersigni I, Pacelli F, Lodoli C, Di Giorgio A, Ferracci F, Pacelli F. Efficacy and Insights from an Extensive Series of Cytoreductive Surgery for Peritoneal Neoplasms: A High-Volume Single-Center Experience. Cancers (Basel). 2024 Dec 19;16(24):4229. doi: 10.3390/cancers16244229. PMID: 39766128; PMCID: PMC11726991.

Riassunto
La chemioterapia intraperitoneale aerosolizzata pressurizzata (PIPAC) è un trattamento valido per i pazienti con neoplasie della superficie peritoneale (PSM) che non sono candidabili alla chirurgia citoriduttiva (CRS). La letteratura suggerisce che per ottimizzare i risultati oncologici sia necessario somministrare almeno tre cicli di PIPAC (trattamento standard empirico). Tuttavia, molti pazienti non riescono a completare i tre trattamenti per diverse ragioni. Questo studio retrospettivo aveva l’obiettivo di identificare le cause e i fattori predittivi dell’interruzione del trattamento con PIPAC, al fine di migliorare la selezione dei pazienti.

Abstract
Contesto: Dal 2011, la chemioterapia intraperitoneale aerosolizzata pressurizzata (PIPAC) si è affermata come un’opzione terapeutica promettente per i pazienti con neoplasie della superficie peritoneale (PSM) non candidabili alla chirurgia citoriduttiva (CRS). La ripetizione del trattamento con approccio mininvasivo è una delle caratteristiche chiave, e il trattamento standard empirico (ST) attuale prevede almeno tre somministrazioni nell’arco di circa tre mesi. Tuttavia, molti pazienti non riescono a completare il ciclo completo, riducendo i potenziali benefici della PIPAC.

Metodo: Questo studio retrospettivo, condotto in un singolo centro, ha valutato il tasso di completamento del trattamento standard e ha identificato le principali cause e i fattori predittivi di interruzione. Sono stati valutati anche la fattibilità, la sicurezza e l’efficacia della PIPAC, analizzando se un miglioramento della selezione dei pazienti nel corso degli anni abbia portato a risultati oncologici più favorevoli.

Risultati: I dati di 168 pazienti trattati con PIPAC tra gennaio 2017 e marzo 2023, per un totale di 336 procedure, hanno mostrato che solo il 29% ha completato il trattamento standard. L’analisi multivariata ha identificato la presenza di ascite >500 mL e una storia pregressa di occlusione intestinale come predittori significativi di interruzione del trattamento.

Conclusioni: I pazienti con segni radiologici o clinici di ostruzione non dovrebbero essere considerati per il trattamento con PIPAC, poiché l’ascite aumenta il rischio di interruzione del trattamento. Sono necessari studi più ampi per confermare questi risultati e affinare i criteri di selezione in base al tipo di malattia.

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